Un vino buono non può che venire da uve sane, che nascono e crescono in un ambiente altrettanto salubre. Per questo fin dall'inizio ho sempre posto la massima attenzione a una conduzione agronomica in armonia con i ritmi naturali e con il paesaggio: un approccio che non può nascere per caso, ma solo da un attento studio dell'ambiente.
Un'analisi attenta dei terreni mi ha portato a scegliere porta innesti con radici fittonanti per le nuove vigne, per permettere alle piante di trovare nei terreni ricchi di scheletro e composti in prevalenza da marna compatta un equilibrio idrico e nutrizionale. Non solo: per aiutare le radici a scendere in profondità, è stata adottata l'antica pratica del sovescio, che consiste nel seminare lungo i filari delle vigne erbe leguminose e crocifere.
Queste, avendo radici molto grosse, in grado di scendere in profondità, aprono la strada alle radici delle piccole vigne. Inoltre, quando in primavera tali erbe fioriscono, vengono sfalciate e interrate per fornire concime organico naturale alle vigne stesse. Si è così creato nella vigna un ambiente equilibrato, e grazie all'eliminazione di tutti i prodotti chimici sono tornate a stabilirsi anche quelle specie di uccelli che si nutrono di insetti e lepidotteri dannosi per l'uva.
Gli unici agrofarmaci che vengono utilizzati sono antiche ricette a base di sali di potassio, decotti di erbe, propoli miscelati con sali di rame e zolfo, infusi di aglio. Per questo oggi è così bello passeggiare tra le vigne, perchè è facile osservare quanta e quale vita vi brulica: l'eliminazione del diserbo infatti ha permesso il ritorno anche di tanti insetti ed uccelli utili all'uva che negli ultimi anni erano quasi scomparsi. Proteggere ed esaltare la biodiversità non fa bene solo all'ambiente: fa bene anche all'uva e quindi al vino, perchè l'ambiente in cui nasce un vino gli conferisce una precisa personalità.
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