Le pareti rigide e gli erti versanti parlavano con orgoglio e con rispetto dei tempi di cui sono figli e di cui portano le cicatrici. Parlavano di quando la terra si fendette e si torse e dal suo corpo tormentato mandò fuori, tra i gemiti del parto, le vette e le creste.
Monti rocciosi sorsero ruggendo e crepitando finché, nell’ascesa senza meta, si spezzarono in cima; monti gemelli lottarono disperatamente per lo spazio, finché uno vinse, salì e respinse il fratello mandandolo in frantumi.
Fin da quei tempi erano rimaste nelle gole le vette scapitozzate, le rocce respinte e spaccate, e ad ogni sgelo la valanga d’acqua portava a valle blocchi grandi come case, li frantumava come vetro e li affondava d’un colpo nei morbidi prati.“ HERMANN HESSE IN „PETER CAMENZIND“
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