Per quel che i vecchi ci hanno raccontato o che abbiamo potuto documentare, la nostra storia comincia con Nonno Isidoro che nel 1870 aveva costruito un ponte girevole a foce Oglio consentendo così alla gente di passare il fiume invece di traghettarlo.
Isidoro aveva allora 22 anni e questo ponte doveva rendergli abbastanza, visto che metteva su famiglia, sposando Barbara Saviola e, venduto il famoso ponte, faceva armare un burchio da 130 tonnellate dedicandolo a San Giovanni (forse il Nepomuceno, protettore dei pontieri). Isidoro navigava a vela da Mantova alla laguna veneta e, in risalita, arrivava fino a Milano per il Ticino e i Navigli, aiutandosi col traino a cavalli.
Dal matrimonio con la Barbara nascevano Telesforo (1877), poi Luigi detto Nino (1884) e Sebastiano (1899). Alla fine del secolo, i Negrini entravano nella Società Fluviale che potenziava notevolmente la sua flotta con 6 "gabarre" in ferro, specie di chiatte fuse a Zurigo e assemblate a Borgoforte, 2 rimorchiatori a ruote (il "Milano" e il "General Mattei") ed uno ad elica (il "Mantova"). Isidoro si ritira a San Matteo delle Chiaviche, seguitano i figli, mentre cresce il naviglio della Società Fluviale fino a 24 imbarcazioni.
|