…È già mentre si scende lungo la vallata che si incomincia a respirare l’aria di modicanità, non importa quale sia la strada che si percorra per arrivare poiché qualsiasi punto alto consente di vedere la valle bassa di Modica; immagine che, chiudendo gli occhi, ci fa rievocare l’antico fiume che un giorno attraversava il centro storico, rendendola simile a Venezia, o come meglio definita un tempo passato la Venezia dalle mille chiese…
Ecco allora vedere l’interno di quel “Melograno Spaccato” decritto da Bufalino quando parla di Modica ed ecco oggi intravedere tutto attraverso quello che oggi è diventato il Centro Storico.
La passeggiata non importa da dove la si inizi, perché qualsiasi strada si percorra dall’alto al basso o dal basso all’alto è un susseguirsi danzante di colori siciliani, architetture barocche, lunghi terrazzi con le maschere che fanno da cariatidi, scalinate sacre di un tempo verso le chiese, trasformate oggi dai giovani in luogo di ritrovo come se fossero la platea e i palchi di uno scenario spettacolare.
Tra i vicoli più nascosti si scoprono i profumi casalinghi, vuoi perché c’è ancora qualche vecchia signora che non lascia la sua casa, anche se scomoda, vuoi perché qualche chef ha deciso di aprire bottega e far sentire il profumo del pranzo e della cena ai turisti che ammaliati dall’odore si fermano a pranzare tra i racconti, gli usi e i costumi che vengono descritti… perché il modicano continua a parlare al suo ospite al tavolo spiegando quasi attimo per attimo la preparazione del pranzo e della cena.
E così questo incantevole scenario continua porta a porta, il pasticcere, il tabaccaio, il negozio di souvenir, l’atelier con le maschere siciliane, le ceramiche, i negozi che aprono le porte come se prima di tutto si volesse dare il benvenuto con un sorriso, come se qualsiasi cosa si porta via da Modica debba essere sempre il ricordo di un sorriso siciliano che riscalda i ricordi della nostra terra…
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